"Presi la bottiglia ed andai in camera mia. Mi spogliai tenni le mutande ed andai a letto: era un gran casino. La gente si aggrappava ciecamente a tutto quello che trovava: comunismo, macrobiotica, zen, surf, ballo, ipnotismo, terapie di gruppo, orge, ciclismo, erbe aromatiche, cattolicesimo, sollevamento pesi, viaggi, solitudine, dieta vegetariana, India, pittura, scultura, composizione, direzione d'orchestra, campeggio, yoga, copula, gioco d'azzardo, alcool, ozio, gelato allo yoghurt, Beethoven, Bach, Budda, Cristo, meditazione trascendentale, succo di carota, suicidio, vestiti fatti a mano, viaggi aerei, New York City, e poi tutte queste cose sfumavano e non restava niente."

Charles Bukowski

mercoledì 25 febbraio 2009

Marco Masini - L'Italia

E' un paese l'Italia dove tutto va male
lo diceva mio nonno che era meridionale
lo pensavano in tanti comunisti presunti
e no...

E' un paese l'Italia che governano loro
lo diceva mio padre che c'aveva un lavoro
e credeva nei preti che chiedevano i voti
anche a Dio...

E' un paese l'Italia dove un muro divide a metà
la ricchezza più assurda dalla solita merda
coppie gay dalle coppie normali
è un paese l'Italia che rimane fra i pali
come Zoff...

E' un paese l'Italia di ragazze stuprate
dalle carezze di un branco cresciuto
dentro gabbie dorate
perchè è un paese l'Italia dove tutto finisce così
nelle lacrime a rate che paghiamo in eterno
per le mani bucate dei partiti del giorno
che hanno dato all'Italia
per volare nel cielo d'Europa
una misera scopa.

E' un paese l'Italia dove l'anima muore da ultrà
nelle notti estasiate, nelle vite svuotate
dalla fame dei nuovi padroni
è un paese l'Italia che c'ha rotto i coglioni!

Ma è un paese l'Italia che si tuffa nel mare
è una vecchia canzone che vogliamo tornare a cantare
perchè se l'ignoranza non è madre di niente
e ogni cosa rimane com'è
nei tuoi sogni innocenti c'è ancora l'odore
di un'Italia che aspetta la sua storia d'amore.

Compito per casa:
  1. comprensione: trova un senso a questa canzone; (10 punti)
  2. analisi: trova almeno una frase che non sia fatta; (5 punti)
  3. analisi approfondita: trova almeno una frase che non sia fatta per suscitare scalpore e polemiche tra le ignoranti fila della critica italiana; (5 punti)
  4. metrica: trova almeno una rima che non sia da 3° elementare; (5 punti)
  5. collegamento ipertestuale: cerca di capire perchè in ogni canzone di Masini c'è un continuo riferimento a merda, stronzi, culi e coglioni; (15 punti)
  6. facoltativo: trova un senso a Masini e cerca di spiegare con tue parole perchè secondo te c'è gente che lo ascolta e che lo mette in tv. (30 punti)

lunedì 23 febbraio 2009

Riflessioni post-lunedì

Parte #1
Lunedì 23 febbraio, ore 23,23. Ci tengo a sottolineare che il 23 è un numero che odio, che mi porta sfiga, il 22 è il mio numero preferito e portafortuna: coincidenze, era tanto per dire. Di ritorno da una giornata un pò complessa, a culmine di una serie di giornate un pò complesse, sto ancora guidando che già mi accingo a entrare in quella fase di pensieri che precede il sonno. Sto pensando che uomini e donne sono proprio diversi cazzo. Secondo me i biologi o gli antropologi o chi per loro, hanno messo uomini e donne nella stessa specie animale per via di numerose quanto oggettive somiglianze fisiche, certo, ma io non ne sono del tutto convinto. Siamo troppo diversi, troppo. Incredibile come l'amore sbocci tra esseri di sesso diverso, a parte casi che non voglio qui trattare e che non mi interessano nemmeno: è una cosa altamente illogica! Allora, mettiamo una premessa: io NON sono maschilista, anzi, credo che la presenza di donne sulla terra sia una benedizione e sia fondamentale. Io sono convinto unicamente che ci sono cose che sanno far meglio gli uomini proprio come ci sono cose che sanno far meglio le donne, e che ognuno\a dovrebbe convincersi di ciò ed evitare di volersi assumere compiti che non è in grado di fare, mascherando il tutto col termine "emancipazione" o simili, e ciò vale per tutti. Io a riguardo dico sempre, ad esempio, che gli uomini non riescono a fare o a pensare due cose insieme, si incasinano: ne finiscono una a modo e ne iniziano poi un'altra. Le donne fanno sempre mille cose contemporaneamente: ad esempio parlare, questo di solito lo riescono a fare in abbinamento a qualsiasi altra attività le donne, io se mi metto a parlare non mi concentro sull'altra cosa che sto facendo e faccio un gran macello di tutto. Siamo proprio creati con due strutture logiche diverse, non è solo un problema di programmazione: beh, finchè si tratta di azioni di vita pratica questo è tutto un bene, ognuno si prende i compiti che meglio riesce con le proprie capacità e bon. Tutti i problemi sorgono quando si parla o si discute: ecco merda, lì è un disastro. La donna nota sfaccettature e significati nascosti in frasi e\o comportamenti che un uomo non vede come ambigui neanche se fosse il più rompipalle critico d'arte letteraria imbottito di puzza sotto al naso. Questo lo dicono tutte quelle mail o quegli elenchi pseudo-scherzosi di differenze "uomo vs donna", ma purtroppo è proprio vero: non c'è da riderci su! La donna possiede una sensibilità che l'uomo non è in grado di comprendere, nonostante si sforzi. La donna non riuscirà mai a essere semplice e lineare come un uomo in condizioni normali. L'uomo e la donna ho detto, e mi permetto di generalizzare: è così, poi ok l'eccezione, ma è così. Beh io stasera pensavo a questo: i fisici e i matematici si innamorano dei problemi che non riescono a risolvere, gli ingegneri civili si innamorano delle strutture impossibili come il ponte sullo stretto di Messina, i critici d'arte si innamorano delle opere che non possono essere definite e spiegate solo a semplici parole, l'uomo si innamora della donna. Io mi innamoro di lei. Fine, non cercare di capire è quasi sempre la cosa migliore.
"Linda Lee aveva diguazzato fino alle caviglie nello sporco Mediterraneo. A quella ragazza piaceva tutto quello che mi annoiava e tutto quello che piaceva a me annoiava lei. Eravamo compagni perfetti: ciò che ci faceva tirare avanti era la tollerabile e intollerabile distanza tra noi. Continuavamo a incontrarci ogni giorno - e ogni notte - senza risolvere niente e senza nessuna probabilità di trovare una soluzione. Perfetto."
Charles Bukowski
Parte #2
Mentre tornavo a casa, e mentre pensavo a queste cose, un'ambulanza a sirene spiegate è sopraggiunta dietro di me e si è fermata a poca distanza da casa mia. "Ci lamentiamo proprio per delle cazzate noi che stiamo bene", ho pensato.

giovedì 19 febbraio 2009

Cannonball

Oggi ascoltavo per l'ennesima volta questa canzone ("Cannonball" di Damien Rice, per chi non avesse capito), e ho pensato di proporvela un pò. Non che sia bellissima o chissà cosa, anzi a me solitamente questo tipo di canzoni non piace tantissimo. Però questa canzone, appena premo il tastino play virtuale (che di tastini play reali se ne trovano ben pochi in giro, adesso come adesso), mi permette di pensare e di staccare un attimo, un effetto tipo la prima metà di "Fade to black":

"There’s still a little bit of your taste in my mouth.
There’s still a little bit of you laced with my doubt.
It’s still a little hard to say what's going on.
There’s still a little bit of your ghost, your witness.
There’s still a little bit of your face I haven't kissed.
You step a little closer each day,
still I can't see what's going on.

Stones taught me to fly.
Love taught me to lie.
Life taught me to die.
So it's not hard to fall,
when you float like a cannonball.

There’s still a little bit of your song in my ear.
There’s still a little bit of your words I long to hear.
You step a little closer to me,
so close that i can't see what's going on.

Stones taught me to fly.
Love taught me to lie.
Life taught me to die.
So it's not hard to fall,
when you float like a cannon.

Stones taught me to fly.
Love taught me to cry.
So come on courage,
teach me to be shy,
'cause it's not hard to fall,
and i don't want to scare her.
It's not hard to fall,
and i don't wanna lose.
It's not hard to grow,
when you know that you just don't know."

E tra l'altro pensavo proprio a questo: le pietre mi hanno insegnato a volare, l'amore a mentire, la vita a morire. La perfetta armonia degli opposti, come direbbe Eraclito, uno dei pochi filosofi che ho apprezzato in quanto a idee e viaggi mentali. L'enciclopedia libera dice:
"La dottrina dell’unità dei contrari è forse l’aspetto più originale del pensiero filosofico eracliteo. La legge segreta del mondo risiede nel rapporto di interdipendenza di due concetti opposti, che, in quanto tali, lottano fra di loro ma, nello stesso tempo, non possono fare a meno l’uno dell’altro dato che vivono solo l’uno in virtù dell’altro. Quindi niente esisterebbe se allo stesso tempo non esistesse anche il suo opposto. Infatti possiamo notare che, nel caso in cui ci trovassimo di fronte una salita e vedessimo un nostro amico al di sopra di essa, quello ci direbbe che è una discesa. Si crea così una specie di armonia fra i due contrari. Inoltre molti di essi sono soggettivi come il caldo e il freddo. In questa dualità, guerra fra i contrari in superficie, ma armonia in profondità, Eraclito vide quello che lui definiva il logos, la legge universale della Natura."
Bah, non che abbia molto da aggiungere, a parte ribadire che non capisco perchè non abbiano dato ragione a lui e bon gli altri filosofi: mi sembra abbastanza palese quanto sia dalla parte del giusto, e quanti casi nella vita di tutti i giorni confermano ciò. Tutto è un'armonia di contrari, ogni cosa, ed è giusto e bello così... o giusto e brutto così, dipende dalle volte. Tutto questo per dire a cosa stavo pensando: nessuno ha definitivamente torto o ragione, nessuno ama senza odiare, nessuno odia senza amare, nessuna fine non porta un germe di un nuovo inizio, nessun inizio è esente dall'avere dentro di sè già un germe di fine. La vita è una ruota cazzo, o meglio, per quanto ne pensi io, un epiciclo, quindi basta guardare quel segmentino che i nostri occhi ci fanno vedere davanti e pensare che tutto è così, tutto finisce lì, tutto è lì, bianco o nero. Quella è solo una faccia della medaglia, solo un pezzettino di un arco della circonferenza. Open your mind. Ah, per chi non sapesse cos'è un epiciclo:


martedì 17 febbraio 2009

Senza parole

Dopo il pagamento di una tassa obbligatoria di 107,50 € annui per guardare la mia tv con la mia antenna (roba che farebbe vergognare forse anche un signore feudale di quelli che imponevano la tassa sul macinato del proprio grano)...

Dopo avermi provato a convincere con uno spot promozionale con Karl Marx che guarda Santoro (senza dubbio due dei miei indiscussi idoli da sempre)...

Dopo avermi fatto vergognare di essere italiano con fiction come "Don Matteo" e programmi come "La prova del cuoco"...

Stasera, signore e signori, come ogni anno accade, la rai si supererà...


"E va bene così, senza parole."

Il nostalgico di turno

Eccomi di nuovo qua. Verdana (il mio preferito), dimensioni normali, un mare di pensieri in testa. Ho provato per qualche mese a far senza di un blog, ma non fa per me: ho bisogno di scrivere e mi piace farlo! Magari c'è anche qualcuno a cui piace leggere, chissà.

Fattostà che integrali, derivate prime e seconde e diagrammi dell'energia mi ronzano in testa tutto il giorno, e dopo la mezzanotte ho bisogno della mia ora d'aria. Ne ho bisogno IO di scrivere, perchè mentre scrivo il cervello smette di essere inchiodato qui tra queste quattro mura e vola: una sensazione bellissima. Ho bisogno di scrivere così come ho bisogno di sognare, e dato che spesso le due cose coincidono, mi sembra un buon modo di risparmiare tempo: affanculo, deformazione professionale ingegneristica, sempre il solito motto del massimo rendimento con il minimo sbattimento. E dire che poi nella vita le cose che contano spesso funzionano proprio alla rovescia: ci richiedono tanto tempo da dedicare loro, e tanto impegno, e ciò che rendono indietro a volte non è molto. Ed è per questo probabilmente che è nato il 75% dei blog, per rispondere a questa mancanza, per far tornare i conti con lo scrivere e col sognare, ma questo è un altro discorso.

Oggi vi voglio raccontare proprio questa cosa in particolare, e vi voglio raccontare di quella poesia letta a scuola e attaccata sulla porta della mia camera da lunghi anni, di quella poesia che mi fa fare figure da deficiente con mia madre che passa nel corridoio e mi trova immancabilmente immobile sul letto a fissare la porta:

DREAMS - Langston Hughes
Hold fast to dreams
For if dreams die
Life is a broken-winged bird
That cannot fly

Hold fast to dreams
For when dreams go
Life is a barren field
Frozen with snow

Io non capisco. Se sogni quelli intorno a te ti prendono per poco serio o poco pragmatico o poco realistico o poco coi piedi per terra. Se sogni la morosa si arrabbia perchè vuol dire che non ti basta lei e che pensi ad altro e che vorresti un'altra al tuo fianco. Se sogni gli amici ti chiedono cosa c'è che non va nella tua vita e se possono far qualcosa. Se sogni i professori ti dicono che perdi tempo, e torniamo al discorso di prima. Se sogni i grandi dicono che sei ancora piccolo e che crescerai, anche se anno dopo anno sospetto che me lo diranno per tutta la vita che un giorno crescerò e capirò. Cazzo, se sogno è perchè sono vivo, questa è la mia verità: smettono di sognare quelli senza speranze e senza obiettivi, quelli inchiodati nei propri vestiti e nel proprio ego senza compromessi. La macchina del caffè non sogna, tanto per intenderci. Beh questo blog nasce da qui, e spero che mi porti via tanto tempo nel rileggerlo, proprio come ha fatto il suo predecessore ora dormiente. Tra poco anche il suo creatore sarà dormiente.

Buonanotte.